Jack Dorsey, CEO e co-fondatore di Twitter, ha messo in vendita il suo primo tweet. Le offerte sono arrivate a 2,5 milioni di dollari. Il compratore avrà un NFT, un token non fungibile.
Come molti di voi sapranno, sabato scorso Jack Dorsey, CEO e co-fondatore di Twitter, ha messo in vendita il suo primo tweet, quello in cui scriveva, il 21 marzo del 2006, “sto settando il mio twttr“. Non è chiara la finalità che ha portato al CEO di Twitter a vendere il suo primo tweet, ma quello che certamente sappiamo è che Dorsey da un po’ di tempo a questa parte è un fan sfegatato di bitcoin, al punto che ha da poco dato vita ad un fondo di criptovalute insieme al suo amico Jay-Z, si il proprietario di Tidal acquisita da poco da Square, l’altra società di Jack Dorsey… Ok,ok. Fermiamoci un attimo e ricominciamo, altrimenti il discorso si fa troppo ingarbugliato.
Allora, dicevamo. Jack Dorsey ha messo in vendita il suo primo tweet su una piattaforma chiamata Valuables by cent che vende tweet sotto forma di NFT, ecco perché dicevamo prima che Dorsey è un fan di bitcoin.

Che cos’è NFT
Ma che cos’è NFT?
NFT, “non-fungible-Token”, è un token non fungibile, quindi non intercambiabile o sostituibile, è un pezzo unico. Attraverso la blockchain, il registro elettronico usato dai bitcoin sin dal 2009, viene generato un certificato criptato che di fatto certifica (perdonate la ripetizione) l’unicità di ciò che si acquista. Nel caso del tweet di Jack Dorsey, il compratore compra un certificato che contiene la firma di Dorsey. Un po’ come se si acquistasse un autografo, anzi, è proprio così.
Cose significa quindi, ne caso concreto, acquistare il primo tweet di Jack Dorsey? Significa entrare in possesso non del tweet, che comunque resterà online o meno a seconda di cosa deciderà il suo compratore, ma del suo certificato che ne testimonia, appunto la sua unicità.
Sempre nel caso del primo tweet di Dorsey, le offerte sono partite subito con cifre molto alte come 88 mila dollari, per poi arrivare a 2 milioni di dollari e ora, secondo le ultime stime, si è fermato a 2,5 milioni di dollari offerti da Sina Estavi, il CEO di Bridge Oracle, il primo sistema di oracoli pubblici sul network di Tron, un sistema operativo decentralizzato basato su blockchain e la criptovaluta nativa si chiama TRX. Insomma, Sina Estavi non vuole lasciarsi sfuggire l’occasione.
Ma direte voi, cosa se ne fa della proprietà di un tweet? Semplice, non è niente l’altro che un investimento che il compratore può rivendersi in futuro.
Da un po’ di tempo a questa parte gli NFT vengono utilizzato per la compravendita di opere darti e anche di musica. Un mese fa, l’artista digitale Beeple ha messo in vendita ben 5 mila immagini realizzate da lui in 13 anni di carriera proprio con il sistema NFT. Si è tratta della prima opera d’arte venduta con NFT e non sarà certamente l’ultima. Questa modalità sta prendendo piede soprattutto nel mondo dell’arte, e anche nella musica.
Gli NFT sono stati anche molto usati dall’NBA per mettere in vendita momenti salienti di giocate memorabili ad opera di Lebron James, il più forte giocatore del momento.
Ora, se vi state chiedendo quanto ci guadagnerà Dorsey dalla vendita del suo primo tweet, la risposta è il 95% della cifra finale, il restante 5% va alla piattaforma. La cifra viene poi accreditata sul portafoglio elettronico del venditore sotto forma di criptovaluta.
Ecco, questo è la spiegazione di cosa significa metter in vendita il proprio tweet, posto che può farlo chiunque a proposito di un tweet pubblico. Quello che non è chiaro è il perché Dorsey si sia spinto a tanto. Molto probabilmente per rinforzare le proprie finanze in forma di criptovalute con un obiettivo che magari conosceremo nei prossimi mesi.
fonte: www.franzrusso.it
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