Megyer, il paese in Ungheria, affittato per intero

Cos'ha di interessante Megyer, un piccolo villaggio agricolo di neppure cento anime, un borgo spero nelle campagne dell'Ungheria? Ha d'interessante una storia, la sua storia per sopravvivere alla crisi, grazie al turismo.

C'era una volta un sindaco, che si chiamava Kristof, che stava cercando un modo per salvare la sua piccola comunità dall'estinzione. Infatti dieci anni fa, il villaggio Megyer, 190 km a sud ovest di Budapest (bellissima, da vedere), era sull'orlo della rovina. La popolazione era scesa a soli 18 abitanti dopo che la caduta del comunismo aveva messo fine alle fattorie collettive che erano l'unica fonte di occupazione nella zona.

Ma la storia inizia qualche anno prima, quando da queste parti arriva il giovane Kristof, che si innamora del borgo, della pace e la tranquillità che vi si respira, e con alcuni amici decide di acquistare degli immobili del villaggio per trasformarli in alberghi. Ma no era ancora la soluzione giusta, e gli affari andavano a rilento.

Nel 2006 Kristof diventa sindaco del villaggio, e prova con un'altra idea: mettere tutto il villaggio in affitto. E la sua idea diventa una campagna, con prenotazioni che arrivano da tutto il mondo. Per 210.000 fiorini (circa 700 euro) al giorno, i visitatori hanno accesso a 7 case dove possono dormire 39 persone, avendo a disposizione una fermata del bus, cavalli, galline e quattro ettari di terreno agricolo.

E in più, agli ospiti è offerto il titolo provvisorio di vicesindaco, dando loro il diritto di sorvegliare l'ordine pubblico e rinominare le quattro vie del paese per la durata del loro soggiorno.

L'impresa-villaggio, perché ormai si tratta di questo, impiega attualmente 15 persone, ed ha ottenuto 228.000 euro da parte dell'Unione europea per restaurare le case secondo il loro originale "stile rustico", e per ricostruire un piccolo centro d'incontro per la piccola comunità.

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