Pirateria, bloccato l'accesso in Italia a 27 siti di file sharing e streaming

Il gip Massimo Di Lauro ha imposto ai provider italiani il blocco dell'accesso a 27 siti internet, tra portali per il file sharing, siti di streaming e cyberlocker, dopo la denuncia di un piccolo distributore italiano.

Se in queste ore vi è capitato di tentare di accedere ad uno dei principali portali italiani e non solo che da tempo permettevano agli utenti di visualizzare film e serie tv in streaming e non siete riusciti a farlo, la spiegazione è piuttosto semplice: quel sito è uno dei 27 il cui accesso è stato bloccato nel nostro Paese su ordine della magistratura romana.

La misura, disposta dal giudice per le indagini preliminari Massimo Di Lauro, fa seguito alla denuncia presentata dalla Sunshine Pictures, piccola casa di distribuzione italiana, in merito alla diffusione su quei 27 portali di Un Mostro a Parigi, film d'animazione distribuito nelle sale italiane nel novembre scorso. La motivazione è, ovviamente, la violazione del copyright.

Tanto è bastato per imporre ai provider italiani di bloccare l'accesso a quei 27 tra siti internet, portali e cyberlocker, tra i quali anche rapidgator.net e uploaded.net. E questo sembra essere soltanto il primo passo di una guerra ancora ben lontana dal considerarsi conclusa: l'accusa ha fatto sapere di essere intenzionata a procedere anche a livello internazionale per ottenere il sequestro di quei domini, che diventerebbero così inaccessibili anche agli utenti di tutto il Mondo.

I 27 siti bloccati

Il commento dell'avvocato Fulvio Sarzana

E' interessante, proprio a proposito di questo maxi blocco di siti anche internazionali su richiesta di un piccolo distributore come Sunshine Pictures, leggere il commento dell'avvocato Fulvio Sarzana, esperto di diritto penale di internet e vero e proprio punto di riferimento dei provider italiani:

ci si chiede il perché 27 portali che raggruppano milioni e milioni di utenti siano stati resi inaccessibili nella loro interezza. Forse perché è stato scoperto un giro illecito di denaro? Come si pensava nel caso Megaupload? Perché si ponevano in commercio sostanze proibite? […] No, o, almeno questo non appare dal sequestro, che è stato adottato perché un solo film sarebbe presente tra i milioni di files presenti nei suddetti portali. Uno solo.
Per un solo audiovisivo di pochi bit è stato adottato un blocco che ha lasciato al buio centinaia di migliaia di utenti italiani che non hanno ovviamente nulla a che vedere con questo film e che avevano semplicemente acquistato attraverso i sistemi premium la possibilità di scambiare file di grandi dimensioni. […] L'Italia che certo non ha bisogno di far scappare capitali e imprese e che ha un disperato bisogno di far condividere ai propri cittadini su internet informazioni per non rimanere tagliata fuori dai grandi flussi mondiali della conoscenza, sta erigendo una vera e propria "muraglia cinese" virtuale nella più completa indifferenza di cittadini, associazioni e anche (spiace dirlo) della stampa.

Ancora una volta, però, non possiamo non sottolineare come una misura del genere, sempre più richiesta e sempre più ottenuta dai paladini del copyright, non sia poi così efficace come sembra. Gli utenti più esperti, ma anche tutti gli altri viste le numerose guide e istruzioni presenti online, sapranno comunque come continuare ad utilizzare quei siti nonostante l'accesso in Italia sia stato bloccato.

Via | Il Fatto Quotidiano

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